IL TERRITORIO COME DESTINO: AGRICOLTORI A PRESIDIO DEL TERRITORIO
REPORT GIORNATA 17/04/2019 TAVOLO TEMATICO “IL TERRITORIO COME DESTINO: AGRICOLTORI A PRESIDIO DEL TERRITORIO”
Compilatori: Elvira Pelle – Volontaria SCN
Iniziativa: Misura 1 – Trasferimento delle conoscenze e azioni di informazione – “Il territorio come destino: agricoltore a presidio del territorio”
Sede: Gran Hotel Lamezia – Piazza Stazione Centrale – 88046 – Lamezia Terme
Su iniziativa di: CIA – Confederazione Italiana Agricoltori – Comitato Regionale della Calabria
Presenti: Dott. Leonardo Petrone Agronomo CIA, Gaspare Cristiano imprenditore, Rosaria Talarico imprenditrice, Fabio Raccosta Coordinatore servizi imprese CIA Nazionale, Hassan Benel Khdra imprenditore, Pietro Lucciardi, Giuseppina Di Sanzo, Tommaso Cossari, Gianfranco Schipani, Salvatore Lamberti, Antonio De Luca, Manno Lamberti, Antonio Biamonte, Nicola Spagna, Filomena Francesca Scarpone, Domenico Scarpone, Luigi Vecchio, Massimo Pellitta, Francesco De Luca, Dioniso Alfredo Stigliano, Salvatore Stumpo, Teresa Stumpo, Gravino Brescia, Alessandra Alessia Marchio, Giovanni Drogo, Maurizio Falbo, Francesco Rota, Vincesco Mascaro, Ferruccio Benedetti, Ersilia Prospero, Salvatore Codispoti, Angela Dibella, Maria Arrighi, Pasquale Zito, Nicoletta Mammoletti, Giuseppe Caputo, Luigi Calizzi, Caterina Forciniti, Concetta Vivino.
Punti della giornata:
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Al tavolo, coordinato dal Dott. Agr. Leonardo Petrone, hanno preso parte addetti del settore,
tecnici e imprenditori.
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Definizione di “Agricoltori a presidio del territorio” – La figura dell’agricoltore apporta un contributo importante per il presidio del territorio, in quanto custode, artefice del paesaggio, modellato attraverso le attività quotidiane degli imprenditori agricoli, a ripristino, non solo delle tradizionali tecniche agronomiche, ma anche a tutela del dissesto idrogeologico.
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Recupero e conservazione della biodiversità – Accanto alla parola territorio c’è la biodiversità, vegetale e zootecnica, la quale contribuisce ad identificare un territorio, evocato all’interno di un concetto più ampio nel quale si inseriscono anche il turismo, l’enogastronomia, la difesa del suolo, il valore dell’acqua e tutto ciò che può legare l’uomo e il territorio che lo circonda. Di rilevante importanza il ruolo svolto dall’ARSAC – affidatogli dalla normativa regionale – di censimento delle biodiversità in un repertorio regionale, di conservazione in sito sia animale che vegetale delle specie autoctone, testando anche la sostenibilità economica delle colture e degli allevamenti; tutto ciò costituisce un patrimonio da tutelare, ma anche da valorizzare e diffondere.
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Modelli organizzativi di sviluppo per imprese giovani – Nasce la necessità di ideare modelli organizzativi validi in aree marginali, ma applicabili e condivisibili in ogni condizione, che ognuno può usare e plasmare in base alle proprie esigenze, anche in presenza di progetti imprenditoriali differenti. Sarebbe auspicabile creare un censimento delle esigenze, così da fornire risposte efficaci e condivisibili; strutturare una rete di imprese sia per commercializzare i prodotti, sia per incrementare il turismo e creare reti economiche sostenibili.
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Il “ruolo sociale” degli agricoltori in zone montane – Di presidio del territorio per tenerlo vivo, è un ruolo che non viene riconosciuto agli agricoltori ma è diretta conseguenza della loro attività quotidiana. Emergono problematiche aziendali particolari in questi luoghi, da sottoporre alle amministrazioni, sia per stipulare protocolli d’intesa a livello locale, sia a livello regionale, affinché nella prossima programmazione del PSR vengano adottate misure più efficaci ed incisive. Nella programmazione del prossimo PSR bisognerebbe adottare dei criteri ad hoc. È stata avanzata anche la proposta di organizzare, da parte della confederazione, dei corsi di formazione appositamente per gli agricoltori che operano in queste zone.
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Innovazione e tradizione – Dal tavolo sono emerse delle preoccupazioni per il futuro riguardanti la conservazione della biodiversità calabrese, poiché, come sottolineato dal presidente Cufari, si stanno diffondendo colture estere più redditizie, ma è opinione comune del tavolo che bisogna puntare al passato per arrivare al futuro. Recuperare l’identità, partendo dai nomi, dalle specie locali e dalle varietà, preservando il territorio per evitare che vadano perduti e difendendo così le nostre specie. Tutto ciò è possibile attraverso un’operazione di censimento e riconoscimento delle specie autoctone. L’introduzione di altre specie, non solo vegetale, alterano il nostro ecosistema, creando uno shock deleterio per l’ambiente (es. introduzione del cinghiale sloveno). Un problema ricorrente per gli imprenditori del settore, è la commercializzazione, l’immissione sul mercato perché un prodotto, pur essendo un’eccellenza, manca di conoscenza e di diffusione. Un progetto imprenditoriale deve analizzare tutte le fasi dello sviluppo: costo di produzione, competitività del prodotto sul mercato, per essere economicamente sostenibile. Le piccole attività dovrebbero puntare sui circuiti della ristorazione locale, ma anche sfruttare internet e la commercializzazione online, strumenti di promozione efficaci e vicini ai giovani.
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Burocrazia ostacolo per gli imprenditori – È emersa, come problematica comune, la burocrazia come costo che ricade sull’imprenditore e che spesso risulta un impedimento per i giovani che vorrebbero intraprendere la strada dell’imprenditoria agricola. In tal senso, una possibile soluzione, trattandosi di problematica comune, è quella di fare rete con le organizzazioni, che hanno la possibilità di mediare per gli associati, di interpretare le misure e di interfacciarsi con il sistema burocratico, oltre che con la burocrazia stessa.
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Conclusioni – Al termine di questo percorso verrà prodotto un opuscolo, sulla falsa riga di uno precedentemente prodotto nel 2015, nato dall’ascolto del territorio e da un cantiere di proposte:
il ruolo dell’agricoltore a presidio del territorio, recupero e conservazione della biodiversità, studio di modelli di sviluppo che portino all’aggregazione, criteri di selezione del PSR, agricoltore a tutela dell’ambiente.